Oasi di pace

Sostare per ripartire

via San Martino, zona biotopo naturale

In collaborazione con

Fam. Alberti Valli e Associazione Italiana di Lugano per gli Anziani AILA-OIL

 

Testo e voce narrante di Francesca Rosa.

 

Un bosco e una panchina. Un’immagine bucolica, ma soprattutto un invito alla sosta per riposare, per contemplare, per chiacchierare. Un uomo è seduto. È invisibile, ma c’è, immerso nei suoi pensieri. Si avvicina un gatto, gli uccellini non smettono di cantare. Ai nostri occhi anche lui non esiste più. «Ciao Mauro.» L’uomo pare sorpreso. «Lince! Anche tu qui?» «Avevo nostalgia del mio bosco.» Mauro sorride, si china sul gatto, lo solleva e lo appoggia al suo fianco. «Io non l’ho mai abbandonato. Sai Lince, mi piace qui. A parte qualche automobile, è un’oasi di pace. Mi diverto a restare immobile e sorprendere gli animali delle bolle che escono allo scoperto. A volte mi fissano e mi chiedo se mi vedano.» Una mamma a passeggio con il suo bambino richiama il loro cane che non smette di abbaiare. Che abbia percepito la presenza di Lince? Il gatto inizia a fare le fusa sulla gamba di Mauro. «Ma certo che ci vedono, solo le persone non ci vedono più.» Mauro lo osserva perplesso, ma Lince non si scoraggia: «gli animali rispettano la natura, appartengono alla loro terra. Sopravvivono con ciò che li circonda. Ascoltano, sentono tutto, avvertono ogni rumore.». Mauro accarezza benevolmente il suo vecchio amico: «non vuol dire che ci vedano.». «No, non ci vedono, ma ci sentono!» Passa un’anziana signora. Si ferma davanti alla panchina; proprio quello che ci vuole per una piccola pausa prima di continuare. Si siede e chiude gli occhi godendosi il momento di quiete. All’improvviso si guarda attorno, come se qualcosa avesse attirato la sua attenzione, ma non c’è nessuno. «Lince, credi ci abbia sentito?» «Se appartiene a quel terzo di popolazione mondiale che ha ancora un po’ di umanità, può darsi ci abbia percepito.» Mauro osserva la signora: «forse è in cerca di ricordi e la sosta su questa panchina l’aiuta a riviverli.». Il gatto le si avvicina e miagola, ma lei continua il viaggio nei suoi pensieri, senza nemmeno aprire gli occhi. «Credo che la panchina l’aiuti soprattutto a riposarsi. La salita fin qui è impegnativa.» Un uccellino atterra vicino a loro. Lince in un balzo è su di lui, ma si ritrova con delle foglie tra le zampe. La signora sfila una mano dalla tasca e lancia delle briciole. In men che non si dica è circondata da uccellini. Finito il pane, si alza soddisfatta e se ne va. «E noi, Mauro? Quanto ci fermiamo qui?» Mauro osserva le Bolle di san Martino, alza gli occhi alla collina, si lascia sfiorare da un raggio di sole che filtra tra i rami di castagno. «Ma noi siamo sempre qui, Lince, non ci allontaniamo mai dai nostri cari e dalla nostra terra, in un modo o nell’altro gli apparteniamo. È la nostra panchina… e siamo sempre in ascolto.» Questa è la magia della panchina: lascia che la storia millenaria di questo bosco si racconti da sola ai tuoi occhi, basta osservare attentamente. I guardiani della panchina ti regaleranno solo attimi di pace. Immergiti nella natura e tendi l’orecchio, forse sentirai Lince miagolare.

 

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Ultimo aggiornamento: 28.06.2023